'... la cultura è un'esperienza umana difficile da definire, ma noi la riconosciamo come la totalità dei modi con i quali gli uomini creano progetti per vivere. E' un processo di comunicazione tra gli uomini; essa è l'essenza dell'essere umano. La cultura è tutto ciò che mette in grado l'uomo di essere operativo e attivo nel suo mondo, e di usare tutte le forme di espressione sempre più liberamente per stabilire comunicazione tra gli uomini...'

UNESCO luglio 1968 - Diritti culturali e diritti umani

 

percorsi itineranti tra letture e culture

due giugno duemilanove

ideazione e redazione abramo e i di fretta

ARTI VISIVE

TEATRO

CINEMA

MUSICA

FUMETTO

MEDIA

AUDIOVISIVI

SCRITTURE

PENSIERO

RAGAZZI

 

il percorso itinerante abrigliasciolta

 

una cultura che 'metta in grado l'uomo di essere operativo e attivo nel suo mondo,

e di usare tutte le forme di espressione sempre più liberamente per stabilire comunicazione tra gli uomini...'

è la cultura della vita quotidiana, è la "cultura della cultura" che passa attraverso le nostre edizioni, il reperimento di volumi dove il pensiero si intesse con l'arte,  la diffusione dei testi fondamentali del patrimonio umano a prezzi accessibili, la formazione di gruppi artistici, l'organizzazione di performances e stagioni culturali. passa anche dalla selezione delle informazioni che diffondiamo: una cultura che conosce le regole di convivenza ed attraverso di esse si diffonde abrigliasciolta nel completo rispetto ed a vantaggio del prossimo nostro, proprio come Majakowskij e Pasolini ci insegnano, tanto quanto Friot, Pergolesi e Bonnefoy.

 

questo ventinovesimo percorso prosegue un percorso scientemente sospeso per un anno, quello del silenzio e della sobrietà che scandisce studio sul campo e sugli ultimi strumenti del pensiero, tanto malversato dagli esempi del potere impropriamente intorno al circensem che ci propinano per "meritare" il panem, ormai obnubilato dal mediummessaggio che tanto rassicura, e che uno dei fondatori abrigliasciolta scandaglia e "agisce" da decenni.

 

le news riemergono dal silenzio e dalla sobrietà come l'incipit di un  viaggio abrigliasciolta tra le macerie di un presente non condiviso, solo perché non ci dà più la prospettiva del futuro. e non solo culturale.

 

ARTI VISIVE TEATRO CINEMA MUSICA FUMETTO MEDIA AUDIOVISIVI SCRITTURE PENSIERO RAGAZZI
ARTI VISIVE

53° Esposizione Internazionale d'Arte

dal 7 giugno al 22 novembre 2009 - Venezia

 

BIENNALE ARTE

 

Sarà aperta al pubblico da domenica 7 giugno a domenica 22 novembre 2009, ai Giardini (50mila mq.), all’Arsenale (38mila mq.) e in vari luoghi di Venezia, la 53. Esposizione Internazionale d’Arte dal titolo

Fare Mondi // Making Worlds // Bantin Duniyan//

制造世界 // Weltenmachen // Construire des Mondes // Fazer Mundos, diretta da Daniel Birnbaum e organizzata dalla Biennale di Venezia presieduta da Paolo Baratta. La vernice avrà luogo nei giorni 4, 5 e 6 giugno 2009 con oltre 90 artisti di Fare Mondi, e sei nuove mostre negli Eventi.

 

Il progetto di rinnovamento avrà luogo contestualmente alla 53° Esposizione che prevede il collegamento dell’Arsenale alla città con un nuovo ponte; l’ex Padiglione Italiano all’Arsenale diventerà il “Padiglione Italia”, mentre il Padiglione Italia ai Giardini diventerà il “Palazzo delle Esposizioni della Biennale”.

 

www.labiennale.org

Il Direttore della 53. Esposizione, Daniel Birnbaum, è dal 2001 Rettore della Staedelschule di Francoforte sul Meno (Germania) e del suo spazio espositivo Portikus, accademia che concilia l’insegnamento dell’arte contemporanea con la sperimentazione e la ricerca creativa.

Fare Mondi // Making Worlds collega in un’unica mostra le sedi espositive del rinnovato Palazzo delle Esposizioni della Biennale (Giardini) e dell’Arsenale, e riunisce – inclusi i collettivi – più di 90 artisti da tutto il mondo, con nuove opere di tutti i linguaggi.

 

“Il titolo stesso della 53. Esposizione Fare Mondi // Making Worlds – ha dichiarato il Direttore Daniel Birnbaum – esprime il mio desiderio di sottolineare il processo creativo. Un’opera d’arte è una visione del mondo e, se presa seriamente, può essere vista come un modo di ‘fare mondi’. Prendendo il ‘fare mondi’ come punto di partenza, esso ci permette anche di evidenziare la fondamentale importanza di alcuni artisti chiave per la creatività delle generazioni successive. In mostra saranno presenti tutte le forme artistiche: installazioni, video e film, scultura, performance, pittura e disegno, e anche una parata. La mostra creerà nuovi spazi per l’arte, che si dispiegheranno oltre le aspettative delle istituzioni e del mercato. L’enfasi posta sul processo creativo e sulle cose nel loro farsi, non escluderà un’esplorazione della ricchezza visiva. La pittura nel suo senso più ampio e il ruolo dell’immaginario astratto saranno indagati da artisti di differenti generazioni, inclusi quelli che non si definiscono innanzitutto pittori. Fare Mondi // Making Worlds è una mostra guidata dall’aspirazione a esplorare i mondi intorno e davanti a noi. Riguarda possibili nuovi inizi: questo è ciò che vorrei condividere con i visitatori della Biennale”.

Per la direzione della mostra Daniel Birnbaum si avvale dell’assistenza di Jochen Volz (organizzatore artistico). Un ulteriore supporto deriva da un team internazionale di corrispondenti che si compone di: Savita Apte, Tom Eccles, Hu Fang, Maria Finders.

La Biennale annuncia – in occasione della 53. Esposizione – importanti miglioramenti strutturali che riguardano i suoi siti all’Arsenale, ai Giardini, a Venezia

All’Arsenale, il Padiglione italiano ha assunto la denominazione di Padiglione Italia, ed è stato ingrandito affacciandosi ora al Giardino delle Vergini, dove un nuovo ingresso al pubblico – attraverso un ponte - collegherà il Giardino stesso al Sestiere di Castello. Questo rinnovato complesso espositivo è destinato alla Partecipazione italiana curata da Beatrice Buscaroli e Luca Beatrice, e organizzata dal Ministero per i Beni e le Attività culturali con la PARC - Direzione generale per la qualità e la tutela del paesaggio, l’architettura e l’arte contemporanee.

     
TEATRO

4-28 giugno 2009

 

NAPOLI TEATRO FESTIVAL
 

Alla seconda edizione del Napoli Teatro Festival Italia, si alterneranno spettacoli internazionali, alcuni coprodotti con festival e teatri di tutto il mondo, altri nati da progetti ideati e promossi dal Festival, che impegnano insieme artisti italiani e stranieri.

 

Dal 2008, il Festival produce la prima Compagnia Teatrale Europea, composta da artisti di diversi Paesi dell'Unione. Quest'anno la Compagnia Europea è diretta da David Lescot per la messinscena di L'Européenne, commedia – di cui è anche autore – sui limiti e i difetti dell’Unione. Un workshop sul mito moderno ed europeo del Don Giovanni, diretto da Lukas Hemleb, anticipa la produzione per l'edizione del 2010 della Compagnia.

www.napoliteatrofestival.it

Il Festival intreccia una relazione speciale con Napoli, non solo allestendo i propri spettacoli in teatri e altri luoghi non usualmente teatrali della città ma anche commissionando e producendo progetti site-specific per i suoi sotterranei, per i suoi tetti e per il teatro romano portato recentemente alla luce nel cuore dei suoi quartieri. Napoli è anche nelle scritture originali che il Festival commissiona, quest'anno, a Eugène Savitzkaya, Colum McCann, Antonio Skármeta e Manlio Santanelli. Inoltre diversi artisti napoletani, da Enzo Moscato ad Antonio Latella, da Vincenzo Salemme a Ruggero Cappuccio, sono stati invitati a presentare progetti speciali realizzati per il Festival.

Il Festival ha stretto un accordo triennale con il Teatro di San Carlo e con il Mercadante Teatro Stabile di Napoli, che impegna le istituzioni culturali nella coproduzione di concerti e spettacoli che proseguono anche oltre il mese di giugno, a Napoli e sul territorio. In collaborazione con il Museo Madre il programma della seconda edizione del Festival si apre ai linguaggi dell'arte contemporanea, con un ciclo di performance che presentano l'incontro tra la pratica artistica e le sperimentazioni teatrali più radicali.
Sul modello di molti fringe internazionali, quest'anno il Festival promuove una dimensione parallela al proprio programma ufficiale. Il Napoli Fringe Festival prende il suo nome, E45, dalla sigla della strada che dal Nord Europa giunge a Napoli.
Il programma anche quest'anno rispetterà l'ambiente, seguendo politiche di eco-sostenibilità – a cui il Festival ha deciso di aderire fin dall'inizio, diventando il primo festival italiano eco-free – e presentando spettacoli dedicati alle più attuali questioni ambientali.

     
CINEMA

5-15 agosto 2009 62° edizione

FILM FESTIVAL LOCARNO

 

 

Nel corso dei suoi 62 anni di storia, il Festival internazionale del film di Locarno ha saputo conquistarsi un posto unico all’interno del panorama delle grandi manifestazioni cinematografiche. Ogni anno, in agosto, circa 180’000 spettatori, 1'100 giornalisti, quasi 3'400 professionisti si danno appuntamento nel cuore dell’Europa, a Locarno, una piccola città svizzero italiana, che durante undici giorni diventa capitale mondiale del cinema d’autore.

 

l Festival internazionale del film di Locarno vive di e per il cinema, coltivando di anno in anno il rispetto e la curiosità per i film e per gli autori.

 

www.pardo.ch

Geograficamente situata al crocevia di tre grandi culture europee (italiana, tedesca e francese), con un pubblico che proviene in parti uguali da queste tre aree, il Festival di Locarno ha saputo fare di questa particolarità una carta vincente. Inoltre la sua solida tradizione orientata all’apertura e al dialogo ne ha fatto una piattaforma ideale per difendere la cinematografia europea e mondiale - dall’America del Sud fino all'Asia. Locarno non conosce frontiere,  né di ordine geografico, né tematico o stilistico e accoglie una decina di sezioni, tutti i generi e tutti i differenti formati.

Durante il giorno una selezione esigente, che non teme di essere radicale, esplora le nuove tendenze del film indipendente, parte alla scoperta dei paesi in cui il cinema è in grande fermento, si apre ai cineasti che altrove fanno fatica a far sentire la propria voce, mostra le prime folgorazioni di giovani registi pieni di talento e le sfide in cui si lanciano autori già affermati. Poi, quando scende la sera – davanti a 8’000 spettatori – le famose proiezioni all’interno di un cornice eccezionale come quella di Piazza Grande sono un’occasione di festa e di magia per qualsiasi tipo di pubblico.
La programmazione ricca ed audace riflette l’immagine del pubblico di Locarno: eterogeneo, aperto, curioso, pronto ad ogni tipo di esperienza; un pubblico di appassionati con cui i registi, gli attori e i produttori possono allacciare un vero e proprio dialogo.
Appuntamento irrinunciabile per i cinefili, Locarno è però anche conosciuta dai professionisti del mondo intero  come  uno spazio d’incontro e di scoperta molto prezioso, dove trovare un’ampia proposta di film di qualità – presentati in prima mondiale o internazionale – e dove scovare talenti di domani, grazie anche all’aiuto di un Industry Office dinamico e professionale. Locarno offre così, un ambiente conviviale e informale, un Festival in cui pubblico, professionisti ed artisti insieme gustano lo spirito giovane e la vitalità del cinema contemporaneo.

     
MUSICA
domenica 7 giugno 2009 ore 21 - casale litta (va)
ex monastero di San Pancrazio
 
ORCHESTRA DA CAMERA ENGELBERG
CORO DA CAMERA
SINE NOMINE
 
soprano Francesca Lombardi
contralto Romina Boscolo
maestro del Coro Giuseppe Reggiori
direttore Mario Roncuzzi
 

Georg Friedrich Haendel

Concerto Grosso op. 6 n. 12

Largo - Allegro - Larghetto e piano - Largo - Allegro

 

Nicolò Porpora

Salve Regina

Salve Regina

Ad te clamamus

Eia ergo, advocata nostra

O clemens, o pia

 

Antonio Vivaldi

Gloria

 

MUSICA NELLE RESIDENZE STORICHE

EX MONASTERO S. PANCRAZIO

 
Le costruzioni intorno al cortile (ex chiostro) appartenevano a un monastero di monache benedettine dal XII secolo al 1482. Il monastero divenne un centro agricolo, di proprietà monastica fino al 1796, quindi di proprietà privata laica. Tra gli edifici c’è una piccola chiesa, ancora officiata, costruita nel 1830 sul sito del portico di un oratorio molto più antico, in origine probabilmente longobardo (VII-VIII secolo), che forse potrebbe essere stato costruito su sedime di un tempio rurale pagano.

ORCHESTRA DA CAMERA DI ENGELBERG

L’Orchestra da camera di Engelberg (Svizzera) è stata fondata nel 1978 da Vittorio Cacciatori in occasione del 300° anniversario della nascita di Antonio Vivaldi. Nello stesso anno l’Orchestra ha compiuto il giro del mondo. Nel 1985 ha fondato il ”Festival di musica classica” di Peñiscola (Spagna). Nel 1987 ha eseguito nel Castello di Peñiscola la Messa di Natale a mezzanotte, ritrasmessa in Mondovisione. Dal 1979 partecipa ininterrottamente alle “Settimane musicali di Engelberg” e, dal 1985, ai “Festivals di musica classica” di Peñiscola. Direttore stabile dell’Orchestra è il M° Vittorio Cacciatori. Mario Roncuzzi ne è il direttore musicale dal febbraio 2008.

CORO DA CAMERA SINE NOMINE

Il coro da camera Sine Nomine si è costituito nel 1990 per iniziativa del suo attuale direttore Giuseppe Reggiori. Da allora l’Ensemble ha svolto un’intensa attività concertistica eseguendo, fino ad oggi, oltre 150 concerti per importanti Enti ed Associazioni Musicali di diverse città d’Italia, esibendosi anche in Svizzera, in Germania e in Francia. Nel 1995 si è aggiudicato il primo premio assoluto al Concorso Internazionale “Città di Tortona” (AL). Nel 2005 il coro da camera Sine Nomine di Varese è stato selezionato per il 41° Festival Corale Internazionale di Montreux, ottenendo il diploma di merito “très bien”. Nel 2007 ha partecipato al concorso nazionale “F.Gaffurio”, ottenendo la medaglia e la fascia di merito “oro”.

FRANCESCA LOMBARDI Diplomata brillantemente al Conservatorio G.Verdi di Milano, Francesca debutta nel 2005 come cantante solista nel repertorio barocco con Ottavio Dantone e l'Accademia Bizantina. Nel 2008 si aggiudica il secondo premio al Concorso Internazionale di musica Barocca Pietà dei Turchini. Scelta come allieva dal Maestro Luciano Pavarotti, Francesca si sta perfezionando nel repertorio lirico presso l'accademia di Bel Canto di Vignola dove è allieva della Maestra Mirella Freni. Presente sulle scene di molti teatri in Italia e all'estero, ha cantato come solista in numerosi Festival tra cui quelli di Beaune, Berlino, Brema, Potsdam, Bayreuth, Schwaebish Gmuend, Ravenna, Jesi, Parma, Faenza, Padova e Roma ed ha già interpretato alcuni ruoli d'opera tra i quali Susanna (Le Nozze di Figaro) e Sandrina (La Finta Giardiniera) di W.A.Mozart, Rosinda (Rosinda) e Ipermestra (Ipermestra) di F.Cavalli, Venere e Pallade (L'incoronazione di Poppea) di C.Monteverdi, Aquilio (Adriano in Siria) di G.B.Pergolesi.

ROMINA BOSCOLO Nata a Voghera, è vincitrice di numerosi premi internazionali tra cui il Concorso Ismaele Voltolini di Mantova, il Concorso Renata Tebaldi di San Marino (premio migliore giovane promessa), il Premio Calpurnia al Festival delle Nazioni di Perugia, il Torneo Internazionale della Musica (finalista) a Verona. Nel 1998 ha tenuto il suo primo debutto come Maddalena nel Rigoletto e Flora nella Traviata di Verdi. Con l’Orchestra dei Pomeriggi Musicali porta in tour lo Stabat Mater di Pergolesi nel 2007. Nel 2008 è stata ad Istanbul dove ha cantato il Requiem di Dvorak. Il suo repertorio operistico spazia da Monteverdi ai grandi ruoli mezzosopranili di Donizetti, Verdi, Bizet, Saint-Saëns, Puccini e Wagner.

MARIO RONCUZZI Compie i suoi studi sotto la guida del M° G. Maestri. Ha studiato direzione con il M.° Ottavio Dantone, con il quale dal 2003 collabora come assistente. In tale ruolo ha preso parte a numerose produzioni sinfoniche, operistiche e discografiche presso le maggiori Istituzioni musicali, tra cui Rinaldo di Händel e Così fan tutte di Mozart per il Teatro alla Scala, dove è tornato nel 2009 per il Viaggio a Reims di Rossini. Ha debuttato come direttore nel 2005, ottenendo ovunque unanimi consensi di pubblico e critica. Nel 2008 ha diretto i Virtuosi dei Berliner Philarmoniker e l’Orchestra da Camera Fiorentina. Dirige abitualmente l’Orchestra da Camera di Engelberg, di cui è stato nominato Direttore Musicale nel febbraio del 2008.

     
FUMETTO

 

 

DIABOLIK - L'ora del castigo

Andrea Carlo Cappi

immagine di copertina e illustrazioni interne di Giusepppe Palumbo
Pagg. 235+16
Prezzo: Euro 18,00
Alacrán Edizioni, Milano 2009

segnali@abrigliasciolta.it

Una trappola mortale sta per chiudersi su Diabolik, su Eva Kant e sull’uomo che da anni dà loro la caccia, l’ispettore Ginko. L’esca è un leggendario meteorite precipitato sulla Terra secoli fa, dentro il quale è racchiuso il più grosso diamante nero al mondo: una tentazione irrinunciabile per i due criminali e un’occasione per catturarli… o ucciderli.

 

Ma chi è il vero artefice del piano?

E chi, dall’altra parte del mondo, ha deciso di sostituirsi a Diabolik, realizzando spettacolari furti di gioielli che sembrano portare la sua firma?

Ci sono solo due alternative. Affrontare l’avversario faccia a faccia. O morire nell’ora del castigo.
Un’avventura ricca di suspense, duri scontri e sorprese, dove un drammatico destino potrebbe attendere alcuni personaggi storici...

 

“L'idea di illustrare un romanzo che trae spunto da storie "illustrate" – commenta Mario Gomboli, direttore di Astorina (detentrice del marchio Diabolik) - crea un giusto abbinamento tra due tecniche narrative che, appunto, si sposano nel libro di Cappi.

L'idea di affidare le illustrazioni a uno dei più prestigiosi disegnatori del fumetto stesso crea un coerente affratellamento tra due generi di lettori che, appunto, ritrovano il loro personaggio nel libro di Cappi. L'idea di dare vita propria, nel miniposter della sovracoperta e nel volumetto elegantemente allegato al romanzo, alle illustrazioni di Giuseppe Palumbo crea un inedito prodotto editoriale capace di arricchire la soddisfazione dei fans di Diabolik come quelli dei libri di Cappi. L'idea che sottende alla formulazione, sia letteraria che grafica, del volume “Diabolik - L’ora del castigo” è indubbiamente vincente. Come il personaggio che ne è protagonista.”

 

 

 
MEDIA

SILENZIO E SOBRIETA'

"Il medium è il messaggio"

 

"quando iniziai il mio viaggio nel mondo della comunicazione, oltre vent'anni fa, mi scontrai subito con McLuan e la sua maledettissima teoria sui mass media. non accettai allora che il messaggio fosse lo stesso medium. non lo accetto oggi che ne vedo un uso così "sportivo" da parte del potere e di chi dovrebbe ricondurlo alla ragione dell'ecologia dei media. Nel suo scritto più famoso, Gli strumenti del Comunicare del 1964, McLuhan inaugura uno studio pionieristico nel campo della “ecologia dei media”.

È qui che McLuhan afferma che è importante studiare i media non tanto in base ai contenuti che essi veicolano, ma in base ai criteri strutturali con cui organizzano la comunicazione. Questo pensiero è notoriamente sintetizzato con la frase

"il medium è il messaggio".

Certo mi si obietterà che mi rifaccio a teorie troppo vecchie della scienza della comunicazione.

E' ovvia la mia replica che anche il Grande Fratello orwelliano, scritto nel 1948, proiettava la storia al futuro, visioni che solo gli uomini puri possono avere.

Ma non è preveggenza, è la scienza della comunicazione dove ad ogni azione corrisponde una reazione.

Il grande fratello è entrato nelle nostre case da ben nove anni, abituandoci all'idea che si possa vivere sotto le telecamere.

Ma chi l'ha voluto, invece, vuole nascondersi dietro ad una privacy a cui ha rinunciato quando ha scelto di esercitare il potere.

Il risultato, però, supera la realtà che i teleaspettatori non ri-conoscono più."  ombretta diaferia

 

McLuhan afferma che il contenuto della trasmissione ha in realtà un effetto minimo sulla società, e che quindi se, ad esempio, la televisione trasmettesse programmi per bambini o spettacoli violenti, l'influenza di questo medium sarebbe la stessa. McLuhan osserva che ogni medium ha caratteristiche che coinvolgono gli spettatori in modi diversi; ad esempio, un passo di un libro può essere riletto a piacimento, mentre (prima dell'avvento delle videocassette o dei DVD) un film deve essere ritrasmesso interamente per poterne studiare una parte.

McLuhan introduce una classificazione alla quale è legata la sua fama mondiale: il grande pubblico lo ricorda per la classificazione dei media in "caldi" e "freddi" e per le espressioni "villaggio globale" e "il medium è il messaggio".

L'espressione "il mezzo è il messaggio", considerata la riflessione più importante di McLuhan, sta ad indicare che il vero messaggio che ogni medium trasmette è costituito dalla natura del medium stesso. Ogni medium va quindi studiato in base ai “criteri strutturali” in base ai quali organizza la comunicazione: suscita negli utenti-spettatori determinati comportamenti e modi di pensare e porta alla formazione di una certa forma mentis.

McLuhan osserva che la stampa ha avuto un grande impatto nella storia occidentale, veicolando la Riforma protestante, il razionalismo e l’illuminismo. Con l'espressione "il medium è il massaggio", il nostro autore intende sottolineare che ogni medium condiziona i propri utenti e contribuisce a plasmarne la mente: li “massaggia”. Questo va inteso anche nel senso che li rassicura. Ci sono alcuni medium che, secondo McLuhan, assolvono soprattutto alla funzione di rassicurare e uno di questi medium è la televisione, che per lui era un mezzo di conferma: non era un medium che desse luogo a novità nell’ambito sociale o nell’ambito dei comportamenti personali.

La televisione non crea delle novità, non suscita delle novità, è quindi un mezzo che massaggia, conforta, consola, e conferma. Scrive McLuhan ne La sposa meccanica: "la moderna Cappuccetto Rosso, allevata a suon di pubblicità, non ha nulla in contrario a lasciarsi mangiare dal lupo".

La classificazione "media caldi e media freddi" ha dato luogo a equivoci e a discussioni, dovute al fatto che gli aggettivi "caldo" e "freddo" sono stati adoperati in senso antifrastico, cioè in senso opposto rispetto loro reale significato. McLuhan classifica come "freddi" i medium che hanno una “bassa definizione” e che quindi richiedono una “alta partecipazione” dell'utente, in modo che egli possa "riempire" e "completare" le informazioni non trasmesse; i media "caldi" sono invece quelli caratterizzati da un'alta definizione e da una scarsa partecipazione.

McLuhan definisce medium freddi (cioè a bassa definizione) la TV, il telefono, i film, i cartoni animati, la conversazione; viceversa definisce come caldi medium come la radio e la fotografia. Quella del "villaggio globale" è una metafora adottata da McLuhan per indicare come, con l'evoluzione dei mezzi di comunicazione, tramite l'avvento del satellite che ha permesso comunicazioni in tempo reale a grande distanza, il mondo sia diventato “piccolo” e abbia assunto di conseguenza i comportamenti tipici di un villaggio. Le distanze siderali che in passato separavano le varie parti del mondo si sono ridotte e

il mondo stesso ha smarrito il suo carattere di infinita grandezza

per assumere quello di un villaggio.

A questo tema sono dedicati scritti come Guerra e pace nel Villaggio Globale, del 1968 (War and Peace in the Global Village) e Il Villaggio Globale (The Global Village).

"La televisione non crea delle novità, non suscita delle novità, è quindi un mezzo che massaggia, conforta, consola, e conferma."

 

In Gli strumenti del comunicare, McLuhan afferma che “nel regime della tecnologia elettrica il compito dell’uomo diventa quello di imparare e di sapere; tutte le forme di ricchezza derivano dallo spostamento d’informazione”.

Secondo il mito greco dell’alfabeto, prima dell’arrivo del re Cadmo (che introdusse in Grecia le lettere fonetiche), la conoscenza e il potere erano monopolio sacerdotale, in quanto la scrittura prealfabetica, con i suoi innumerevoli segni, era difficile da apprendere.

Ripercorrendo a grandi tappe le più importanti innovazioni che si sono avute per la diffusione del sapere, quali l’alfabeto (IX secolo a.C.), la stampa (XV secolo d.C.) e internet (XX secolo), che però McLuhan non aveva previsto, possiamo dire che oggi la conoscenza è patrimonio di tutti e si costruisce con la collaborazione di ogni membro della società. A questo scopo, da qualche anno a questa parte, sono sorte delle “comunità di pratica e di apprendimento” che hanno come obiettivo finale il generare conoscenza creata, organizzata e di qualità cui ogni individuo può avere libero accesso. In queste comunità c’è un apprendimento continuo, c’è consapevolezza delle proprie conoscenze, tutti hanno un proprio ruolo, ma le varie posizioni non sono di tipo gerarchico (in quanto la gerarchia impedisce i rapporti tra le persone) ma tutti hanno uguale importanza, perché il lavoro di ciascuno sarà un beneficio per l’intera comunità.

La finalità è il miglioramento collettivo. Chi entra in questo tipo di organizzazione ha in mente un “modello di condivisione”; non esistono spazi privati o individuali, in quanto tutti condividono tutto, perché chi ha conoscenza e la tiene per sé è come se non l’avesse. Le comunità di pratica tendono all’eccellenza, a prendere ciò che di meglio produce ognuno dei loro collaboratori.

Questo “metodo costruttivista”, che punta ad una conoscenza che si costruisce insieme, rappresenta un modo di vivere, lavorare e studiare che ci è ancora poco familiare. Siamo infatti ancora legati ad una società di tipo individualistico; tra gli uomini c’è competizione e manca quella collaborazione che funge da motore pulsante nelle “comunità di pratica e di apprendimento”.

Ma non c’è da meravigliarsi; come spiega McLuhan, già le lettere fonetiche ed i numeri furono mezzi sufficienti per la frammentazione e la de-tribalizzazione dell’uomo. Con l’avvento della stampa, poi, si ebbe un processo di separazione (o esplosione) delle funzioni mai avutosi in precedenza che si sviluppò rapidamente a tutti i livelli e in tutti i settori; l’essenza formale della pressa tipografica, infatti, consiste “nella capacità di trasferire la conoscenza nella produzione meccanica con la frantumazione di qualsiasi processo in aspetti frammentari da calcolare in una sequenza lineare di parti mobili”. Nella società occidentale allora sorsero il nazionalismo, l’industrialismo, la produzione di massa, l’alfabetismo e l’istruzione universale e lo spirito individualistico.

Conseguenze naturali del processo di separazione delle funzioni furono, inoltre, la separazione del pensiero dall’emozione e l’agire senza reagire.

Ma se la stampa nel XV sec. sfidò gli schemi collettivi dell’organizzazione medievale, oggi c’è una nuova sfida in atto: quella tra l’era elettrica e il nostro individualismo frammentato. Ed è proprio in questa era elettrica che trovano la loro giusta ed ovvia collocazione le “comunità di pratica e di apprendimento”. Nell’epoca odierna, infatti, tutti sono sempre e reciprocamente coinvolti e i doni che ci sono stati dati dalla stampa, ovvero il distacco e il non coinvolgimento, ormai sono diventati degli ostacoli da superare.

Stiamo vivendo in una società che barcolla tra l’individualismo e la divisione dei ruoli dell’epoca appena passata e la collaborazione e il villaggio globale tipici dell’era elettrica che sta pian piano affermandosi. Quelli che una volta erano fattori di velocità (la specializzazione, la divisione, la catena di montaggio) oggi sono stati messi in secondo piano dalla tecnologia elettrica; l’informazione si sposta alla velocità dei segnali del nostro sistema nervoso. Con i jets e l’elettricità ci è possibile toccare in poche ore ogni parte del globo (è facile, ad esempio, mangiare a New York, prendere un aereo e digerire a Parigi ); si sta creando una sorta di villaggio globale e, non a caso, oggi si sente parlare così tanto di globalizzazione.

Curiosità: McLuhan ha fatto da comparsa in una scena del film Annie Hall di Woody Allen. Quest’ultimo ha evidenziato un aspetto importante della personalità di McLuhan, facendogli recitare la frase "lei non ha capito assolutamente nulla del mio lavoro". McLuhan era solito dire ai suoi studenti ed alle altre persone in genere che semplicemente non lo capivano, a prescindere da quanto lo avessero studiato. fonte www.filosofico.net

     
AUDIOVISIVI

videoarte in pensieropoetico

Tiziana Cera Rosco

"Ignoravo l'esistenza di una donna così presente, di una poetessa così cosciente, di un'artista così reale.

E devo pubblicamente ringraziare Dome Bulfaro, che da tre anni ci dona PoesiaPresente, una vera fucina di talenti della poesia contemporanea, veri, fattivi, reali e propulsori di un mondo fatto di uomini e di donne.

Grazie al Simposio Internazionale di Poesia al Teatro Binario7 di Monza, l'ho incontrata, ci siamo guardate e riconosciute. E' stato per me un colpo di fulmine, alimentato dalle sue umili parole proferite dal palco, dai racconti sui suoi progetti sperimentali, dall'entusiasmo insito della purezza dell'artista. La mia curiosità è stata incontrollabile: l'ho cercata ovunque, guardatascoltatasentita. Sono entrata nella sua poetica umana, nella sua forma di videoarteinpensieropoetico."  ombretta diaferia

 

GuardAscoltaSenti

Tiziana Cera Rosco

 

La realtà

Segnata e Gli Idioti

http://www.myspace.com/tizianacera

Sarebbe impossibile per Tiziana Cera Rosco scrivere senza fare riferimento alla conoscenza, che in senso biblico (e i riferimenti alle Scritture abbondano in questi versi) è condivisione di un'esperienza, un esser-ci dentro alle cose (“Guardare il verde delle foglie / è quasi esserci”), e non una mera speculazione o riflessione sulle stesse. Così le metafore e le allegorie non possono prescindere da un legame diretto con il corpo e le sue parti, con la carne umana o animale, con le cose spesso animate (tipo la torcia) con verbi di azione e movimento (“Voglio sbatterti il viso sulla pagina”) piuttosto che verbi di meditaziono o astrazione. Epigrafico e memorabile questo distico: “l’amore / è spalancare la morte con un nome.”

Il Compito, Niebo, La Vita Felice.

 

Il 1973 è l'anno di marchio di questa nascita. Fosse stata covata alla corte di Federico II di Svevia, avrebbe studiato le architetture degli uccelli. Avrebbe fatto il falconiere. Ma dovendo morire in un giorno dispari, di un mese dispari, in un anno dispari di questo millennio algebrico, prova ad obbedire a parole che fanno radice quadrata delle sue incompetenze. Ha pubblicato i libri: IL COMPITO (ed. Niebo, la vita felice, aprile 2008), LLUVIA (Lietocolle,2004), IL SANGUE TRATTENERE (Atelier, 2003), CALCO DEI TUOI ARTI (Lietocolle, 2002), e nelle antologie: Il presente della poesia italiana (Lietocolle 2006), L’arcano fascino della bellezza, tributo a Dario Bellezza (Perrone ed. 2006), Lavori di scavo. Antologia di poeti nati negli anni ‘70 (RaiLibro, 2004), Poesia in Festival (Teatro Olimpico, Vicenza 2003), Gli Argonauti (Archivi del’900, 2001), Gli Angeli di Novi Sad (Quaderni del Battello Ebbro, 2002), Almanacco del Mitomodernismo (Alassio, 2000). E assoli per voce: "DEMONIO" , "SEGNATA E GLI IDIOTI" , "NEURONEVE". E' di prossima pubblicazione "DIO IL MACEDONE" (ed. Lietocolle). Attualmente sta scrivendo il suo primo romanzo: "VIOLA RH" e il poema da guerra : "PUNICA" su Annibale. E' docente del corso "Terapia della Lettura" e di prossima nascita "Storia di un atomo che era un Io". Legge storia dei Sanniti, il popolo da cui proviene la sua stirpe. L'arrangiamento delle canzoni che ascoltate è di Matteo Ponzano.

     
SCRITTURE

segnali@abrigliasciolta.it

ventun poesie e quattro indicazioni

ri-sorte per la giornata mondiale della poesia 2009

poesie di

Adriano D'Aloia - Alessandra Maffiolini - banda a verso libero  - Bianca Madeccia - Davide Negrini - Debora Ferrari - Dome Bulfaro  - Carlo Squillante - Giuseppe Della Misericordia -  Francesca Genti  - Gaetano Gulli - Giuseppe Ciarallo - Luca Traini - Maria Grazia Calandrone - Marco Tavazzi  - Massimo Barbaro - Metello Faganelli - Roberto Ferrari - Salaheddine Louraigui - Sandro Sardella - Thomas Maria Croce  - Velvet Afri

 

indicazioni di

Rosaria Lo Russo - Valeria Francesca Brignani - Chiara Zocchi - Paola Turroni

 

AUTORI DI...VERSI IN AZIONE

 

 

La quotidianità del Knulp invasa da “la sobrietà della sobria età” de

carovana dei versi  

 

Il lungo itinerario corale de carovana dei versi prosegue il suo viaggio in azione raggiungendo una tappa molto ambita, quella Trieste degli Ammutinati, che in questi cinque anni hanno contribuito fattivamente al progetto abrigliasciolta.

 

Sarà, dunque, la città dell’estremo nord est la prossima che ospiterà carovana dei versi rafforzata proprio dal tempo, grande scultore di versi e di azioni poetiche. Proprio quella cantata da Saba: « Trieste ha una scontrosa grazia. Se piace, è come un ragazzaccio aspro e vorace, con gli occhi azzurri e mani troppo grandi per regalare un fiore, come un amore, con gelosia. »

 

abrigliasciolta, madre e motore propulsivo de carovana dei versi poggia, infatti, su un principio rigoroso: prestare voci e composizioni senza perseguire l’orgoglio del singolo, ma ponendosi come finestra d’ispezione dell’azione quotidiana e collettiva della poesia.

E’ così che in cinque edizioni centinaia di autori sono divenuti protagonisti del recital itinerante e corale, aderendo ad un’idea che sin dalla prima edizione è promossa dalla Commissione Nazionale Italiana per l'UNESCO in occasione della Giornata Mondiale della poesia, momento che segna ogni anno il punto più alto del recital itinerante e corale, dove autori e lettori si incontrano in una comunione di intenti culturali e non spettacolari.

 

Il 2009 ha contato sulla collaborazione attiva di quaranta autori che continuano a comporre il coro di voci in versi partito il 14 marzo a Roma, culminato dopo le prime nove tappe il 21 marzo presso il Chiostro benedettino di Voltorre ed in viaggio da mesi tra i punti italiani più vivi della cultura in azione.

 

Sabato 13 giugno 2009, al classico orario dell’aperitivo (ore 19), sarà, dunque, Trieste ad ospitare i cantori di…versi, in uno dei luoghi più ambiti da abrigliasciolta, il Knulp, punto di incontro, di scambio, d'arte e di poesia, di lettura ed informazione del centro storico di Trieste: “E’ da tempo che desideriamo raggiungere Trieste con carovana dei versi precisa abrigliasciolta – ed in realtà in questi cinque anni ci siamo sempre stati, perché gli Ammutinati di Trieste condividono il progetto e ne prendono parte attiva ogni anno, portandolo nella loro città. Ma per toccare quest’importante tappa era necessario prima di tutto raggiungere la maturità del progetto e contare su voci articolate, originali e ficcanti della poesia in azione: una “piazza” così alta della poesia contemporanea, che promuove, organizza e realizza alcuni tra i momenti più notevoli della poesia italiana, poteva essere onorata solo da una carovana dei versi composita come quella raggiunta in quest’edizione, a cui hanno contribuito le più rappresentative realtà della poesia e della cultura contemporanea e autori di un certo livello e sentire corale. Oggi carovana dei versi può agire veramente, con radici salde e condivise.

 

La tappa triestina, quindi, conterà su una squadra d’eccezione: oltre agli autori locali come Velvet Afri e Roberto Ferrari, giungeranno nel capoluogo Sandro Sardella, Marco Tavazzi, Metello Faganelli ed Ombretta Diaferia, ”voce dal carcere”, nonché “direzione” de carovana dei versi abrigliasciolta.

Il tema portante dell’edizione 2009, "la sobrietà della sobria età che diffonde poesia che si fa con quel che si ha", sarà esplosa attraverso il recital itinerante, che include l’ormai consolidata performance di banda a verso libero (voci di Metello Faganelli e Ombretta Diaferia), nata e concepita per dare voce al percorso che abrigliasciolta conduce presso la casa circondariale di Varese, sin dalle origini del progetto.

I quattro quadri del recital si alterneranno con la presentazione della raccolta di venutn poesie e quattro indicazioni, edita da abrigliasciolta per l’occasione e con l’eccezionale esposizione estemporanea delle “tracce” di Sandro Sardella, peraltro protagonista attivo del percorso in carcere.

 

Portando pensiero e parole abrigliasciolta, carovana dei versi si riunirà con gli amati poeti triestini, con cui condivide il percorso culturale sin dalla nascita.

 

Perché l’azione poetica è azione di rete. Gratuita e quotidiana.

     
PENSIERO

venerdì 5 giugno 2009  h. 21.00

Biblioteca Civica di LISSONE

Piazza IV Novembre, 2

 

ULTIMO IMPERDIBILE APPUNTAMENTO

di PoesiaPresente 

 

intervista a 

Yves Bonnefoy

 

 

"Nel 1958, in “L’azione e il luogo del Poetico”, lei ha identificato la poesia con la speranza. Oggi può identificarla ancora con la speranza oppure con un’idea di salvezza? Cosa le è rimasto oggi della sua militanza nel movimento del Surrealismo?"

Queste due delle domande rivolte al grande Yves Bonnefoy e contenute nell’intervista curata da PoesiaPresente con la collaborazione di Marica Larocchi e Jacopo Galimberti.

 

POESIAPRESENTE  saluterà tutti i suoi compagni di viaggio con l'omaggio di uno dei principali protagonisti della scena internazionale

Il cinque giugno potremo ascoltare la sua attualissima riflessione, in attesa dell'uscita del meridiano curato dal grande Fabio Scotto e de Il Poeta e il fluire ondeggiante delle moltitudini, edito da Moretti&Vitali, che quest'anno ha già pubblicato Il grande spazio.

 

www.poesiapresente.it

Filosofo e critico d'arte, prima che "fattore dell'arte poetica in azione.

Yves Bonnefoy è oggi ritenuto il maggior poeta vivente francese e una delle più alte figure della poesia mondiale del Secondo Novecento.

Il poeta fenomenologo Bonnefoy, nato nel surrealismo ed approdato nell'esistenzialismo, ritiene compito del poeta ritrovare la nativa vicinanza delle parole e delle cose (tipica dell'infanzia), cancellata dalle necessità della concettualizzazione intellettuale e della vita quotidiana attiva.

Il surrealismo è movimento artistico e letterario in cui il sogno e l'inconscio hanno un ruolo fondamentale. Mentre l'esistenzialismo heideggeriano rafforza la base fenomenologica ( vedi "Essere e tempo").
Per Bonnefoy, dunque, la poesia è fattiva, costante riflessione sul farsi.
La sua opera attraversa il novecento ed oggi abbiamo ancora la felicità di "farla" e leggervi il rapporto con il mondo, e non la riflessione interna all'io.

Yves Bonnefoy nasce il 24 giugno del 1923 a Tours. Studia filosofia al Liceo Descartes di Tours e all'Università della Sorbonne a Parigi, seguendo i corsi di Jean Wahl e Jean Hyppolite. Nel 1948 la sua Licence de Philosophie è seguita da un diploma su Baudelaire e Kierkegaard. Nel corso degli anni Quaranta Bonnefoy compie anche studi di matematica, logica formale e storia delle scienze al Liceo Descartes, all'Università di Poitiers, segue i corsi di Bachelard all'Institut d'Histoire des Sciences.

La sua carriera di scrittore comincia nel 1946 con una raccolta poetica intitolata "Anti-Platon", nella quale il lettore scorge immagini di impronta surrealista. Bonnefoy ama infatti la poesia di Breton, Péret, Eluard, ammira De Chirico, gli inizi di Mirò, frequenta gli ambienti surrealisti fino alla rottura con Breton avvenuta nel 1947.

Bonnefoy raggiunge fama internazionale con la pubblicazione nel 1953 delle raccolta poetica "Du mouvement et de l'immobilité de Douve", personaggio nato nel corso della stesura di un racconto intitolato "Rapport d'un agent secret" ma che il poeta distruggerà senza mai pubblicare.

Nel 1958 Bonnefoy pubblica la raccolta poetica "Hier régnant désert", seguita da "Pierre écrite" del 1965, "Dans le leurre du seuil" nel 1975, e ancora "Ce qui fut sans lumière" nel 1987, "Là où retombe la flèche" nel 1988, "Début et fin de la neige" nel 1991 e "La vie errante" nel 1993.

Oltre a un'intensa attività poetica, Bonnefoy è scrittore, saggista, autore di numerosi lavori sull'arte italiana, dal Trecento al Seicento, e sulla pittura francese del nostro secolo, si occupa di mitologia, di traduzione (in particolar modo dell'opera shakespeariana), è stato professore associato all'Università di Aix-en-Provence, professore al Collège de France dal 1981 e ha beneficiato della curiosità di compositori, quali Tolia Nikiprowetzky, Zygmunt Krause, Paul Mefano, Joël-François Durand. Recentemente Frédéric Durieux ha dedicato a Yves Bonnefoy la sua ultima opera dal titolo "Du lieu qui n'est qu'un rêve".

     

RAGAZZI

PREMIO ANDERSEN 2009

l'”Oscar” italiano della letteratura per ragazzi, ha premiato Il mio mondo a testa in giù di Bernard Friot come miglior libro dell’anno per la fascia 9/12 anni
“Per una quarantina di irresistibili, brevi e brevissimi, racconti in un mondo alla rovescia visto dalla parte dei bambini. Per aver saputo costantemente tenere insieme comicità e malinconia, tenerezza e inquietudine, solitudini e allegrie. Per la misura surreale e antipedagogica delle piccole storie.”

IL MIO MONDO A TESTA IN GIU'

Bernard Friot

Il Castoro Editore

ottobre 2008

12,50

Età + 9 anni

 

segnali@abrigliasciolta.it

Non si possono raccontare le storie di Friot, bisogna leggerle, magari ad alta voce. Sono una quarantina di brevi e brevissimi, surreali e irriverenti racconti in un mondo alla rovescia visto dalla parte dei bambini. Raccontano di maestri che finiscono negli acquari, di perfidi scherzi telefonici, di orchi cannibali. È il mondo adattato ai bisogni dei ragazzi, alle loro paure, alle loro conquiste.

Prima ancora di scrivere per i ragazzi, Bernard Friot ha scritto insieme ai ragazzi durante lunghi anni dedicati all’insegnamento.
Ascoltando le loro piccole grandi avventure e disavventure quotidiane, Friot ha riunito un immenso materiale da cui nascono le sue celebri Histoires pressées.
Amatissimo da ragazzi e insegnanti di tutta la Francia, Friot ama “scrivere ad alta voce”. Le sue storie sono condensate in rapide paginette che, alla fretta di raccontare, uniscono l’immediatezza, lo humour e la scorrevolezza del racconto orale condito da un immancabile tocco surreale e a volte ribelle: è l’ingrediente magico dei suoi racconti.
Una lunga esperienza con le difficoltà di lettura dei ragazzi ha permesso all’autore di sviluppare uno stile singolare che ricorda la geniale trasgressione di Roald Dahl.
Illustrazioni di Silvia Bonanni.

Traduzione di Rosa Vanina Pavone.

   
archivio 2006

08.10.06

15.10.06

22.10.06

29.10.06

05.11.06

12.11.06

19.11.06

26.11.06

10.12.06

17.12.06

25.12.06

31.12.06
archivio 2007 14.01.07

21.01.07

04.02.07

15.04.07 29.04.07 06.05.07 04.07.07 23.07.07 31.08.07 08.10.07 07.11.07 05.12.07
archivio 2008 05.01.08 05.02.08 25.03.08 29.06.08 29.06.08              

http://www.abrigliasciolta.it/news.htm

dove si applicano le arti per essere altro nel mondo

i percorsi itineranti proposti da abrigliasciolta confermano la filosofia di punto di incontro tra letture e culture. non sono riconducibili ad alcuna testata giornalistica e si propongono al di là di condizionamenti politici, religiosi, culturali ed umani. la periodicità non è regolare; i percorsi abrigliasciolta diffondono informazioni culturali relative ad artisti, editori, organizzazioni, manifestazioni, associazioni e realtà che usano tutte le forme di espressione sempre più liberamente per stabilire comunicazione tra gli uomini. I Libri e le riviste presentati sono in vendita presso abrigliasciolta.

http://www.abrigliasciolta.it/libreria.htm

_____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

incontri esposizioni edizioni libreria virtuale
dove si intessono le arti e si comincia a pensare da un'altra prospettiva dove si svelano progetti nel cassetto e si scoprono immagini altre dove si ricerca la parola altra come ultimo strumento del pensiero dove si ricerca l'ultimo strumento del pensiero... altro
Lasciate liberi gli Italiani ed essi andranno a briglia sciolta. Voltaire Lettera al signor Hennin, 2 ottobre 1768 uno spazio libero dedicato all'arte emergente che scova tra i talenti nuove prospettive che intessono trame tra cultura e vita quotidiana alla scoperta di nuovi linguaggi e scritture prospettiche un viaggio tra teatro, cinema, arti visive, musica, fumetto, media, audiovisivi, scritture e pensiero

contact

partner

news

percorsi

_____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

incontrarsi abrigliasciolta dove il confine tra letture e culture si indebolisce e

la trama tra le arti si intesse per farle vivere nel nostro quotidiano

_____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

abrigliasciolta - segnali di libro 2004-2010 ogni riproduzione deve essere preventivamente autorizzata dagli autori